NEL TUO INFINITO
Una tessera
abbiamo posto
nel mosaico bizantino
della nostra vita
signore delle ventottesima luna
dai sentimenti come rametti
E i fogli s’infittiscono
nella danza ariosa
senza fine
là dove arciere
divento arco teso
d’un unico bersaglio
dritto al mio cuore
nel tuo infinito
Recensioni e critiche
Al di là delle immediate apparenze non una sfavillante (e quasi clownesca) arguzia, una graffiante carica ironica, ma un approccio atipico che restituisce nei versi una sotterranea forza di espressione. Bello –e nuovo- il datare di brevi liriche con una progressione cronologica che ci dà una storia, una progressione di vita. Sono da leggere tutte e poi da gustare, oso aggiungere da centellinare. (…) Noi le auguriamo di proseguire, non tanto perché ha scritto nell’epigrafe: Cado, cuore mio su questo foglio così potrò cancellarti! ma soprattutto perché poetare è vivere nel senso più alto, serve ad estrinsecare, a decantare il tumulto di affetti che nel fondo si agita, a decifrare il magma, il groviglio, a fissarlo una volta per tutte in limpide forme e -persino- a contemplarlo. (…) Nello spietato arrivismo che guida il mondo di oggi e genera aridità e freddezza dovremmo essere grati per questo dono di poesia -tormento ed estasi per l’Autrice- che ci allieta con la musicalità del canto, con la mesta dolcezza delle parole, raggrumate in assolutezza intangibile”.
(Maria Vittoria Lamedica)
(…) Con toni sommessi, ma a volte anche con rabbia, l’intento primario di Maria Pina la Marca è quello di narrare, di comunicare e tra le righe si legge un’altra poesia, che non è solo d’amore (sarebbe riduttivo pensarlo); affiorano coriandoli del suo carattere, che si intuisce difficile, forte, introverso ma capace di grandi slanci, di infinite dolcezze, c’è uno spessore molto intimo, un ritaglio di esistenza che forse la poetessa non vorrebbe svelare e tuttavia si presenta in certe sfumature linguistiche, in certi toni mal smorzati. Così il desiderio di comunicazione si attua, superando i confini di quella che era l’intenzione palese della giovane e brava autrice. (…) Scopriamo una donna che vie e scrive di getto, con coraggio, senza barare, legata tanto al sogno, al ricordo, al rimpianto, quanto al quotidiano, aperta alla speranza pure nei momenti di angoscia. Ma questo è il risultato di una lettura ancora superficiale, è soltanto la faccia di un poliedro; leggendo e frugando, scavando tra le pieghe degli aggettivi, affiorano altri contenuti, il mondo segreto ci svela i segreti di un’anima tormentata, di una donna-tigre dal cuore di porcellana, fragile e sensuale, lucida, critica con se stessa. (…) … i suoi versi più sinceri sono racchiusi in uno scrigno. Per leggerli bisogna trovare la chiave”.
(Stefano Capone)